Le nozze delle tenebre

Nelle pieghe più recondite della tradizione giapponese, lontano dal clamore delle metropoli, sopravvivono usanze che risuonano come echi di un tempo antico, sussurri di fede nati dal più profondo dei terrori.Tra queste, forse nessuna è così straziante e solenne come il meikon (冥婚), il “matrimonio delle tenebre”. Non è una tradizione per le masse, ma

O-chūgen: il filo invisibile della gratitudine giapponese

In ufficio, in questi primi giorni di luglio, si respira un’aria frizzante e quasi febbrile, un’agitazione che non ha nulla a che vedere con le solite scadenze di fine mese. Sulle nostre scrivanie sono comparsi eleganti cataloghi patinati contenenti foto di confezioni di birra pregiata, gelatine colorate e cesti di frutta così perfetti da sembrare

Sasebo: febbre d’acciaio

20 Luglio, 1939 Caro Diario, Sono trascorsi un paio di mesi, volati via come il fumo di un braciere, da quella serata e da quello shōchū condiviso con Minomori-san. Recentemente, ho ricevuto una sua breve missiva, la calligrafia elegante e precisa come sempre. Mi annunciava la sua promozione a capo ingegnere e il conseguente trasferimento

Un bicchiere di shōchū e l’anima inquieta del Giappone

15 Maggio, 1939 Caro Diario, L’aria greve di questo maggio qui a Sasebo si mescola al fumo denso della piccola shokudō di quartiere. Le risate degli altri avventori e il tintinnio dei bicchieri riempiono a tratti il locale, ma stasera sembrano quasi distanti, un sottofondo a una tensione che sento crescere. Sono qui a Sasebo,

Il cuore del Giappone che si oscura

22 Aprile, 1939 Caro diario, Sono trascorsi quindici lunghi anni dal mio arrivo in Giappone, e devo ammettere che il paese oggi è quasi irriconoscibile. La serenità che un tempo pervadeva ogni angolo, l’arte e le tradizioni che tanto ammiravo, sembrano essere soffocate da una cappa di fervore quasi ossessivo. Ricordo un Giappone che si

Buruma blues: ricordi di una gioventù andata

A volte, durante una pausa dal lavoro, le conversazioni prendono pieghe inaspettate, transportandoci a volte indietro nel tempo. È quello che è successo l’altro giorno con il mio collega, che chiameremo affettuosamente “Kenji-san”. Parlando del più e del meno, siamo finiti a discutere delle “buruma” (ブルマー), i famosi pantaloncini da ginnastica giapponesi, e lui, che

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