Lingua e cultura giapponese

Biwa: il dolcissimo tesoro che annuncia l’estate

Oggi, facendo un salto a casa dei nonni di mia moglie per un saluto, ho fatto una passeggiata in giardino e ho notato che gli alberi di biwa sono ormai cari di frutti pronti per essere raccolti. Queste nespole giapponesi, con la loro buccia vellutata color albicocca, sono un vero spettacolo. Qui in Giappone, le biwa sono il simbolo della primavera che finisce per lasciare spazio all’estate, e la loro maturazione tra maggio e giugno è attesa con impazienza, specialmente qui nella zona di Nagasaki

Foto dell’autore. Albero di biwa nel giardino di famiglia

Questi alberi, che curiosamente fioriscono in autunno, sono considerati come un piccolo miracolo di resilienza. Noi, qui nella prefettura di Nagasaki, siamo particolarmente fortunati ad avere le biwa di Mogi, una delle varietà più famose e apprezzate di tutto l’arcipelago. Le nespole di Mogi, che prendono il nome da una zona della prefettura, si distinguono per le loro dimensioni, il colore giallo-arancio brillante della buccia, e soprattutto per la polpa succosa, dolce e molto aromatica, con un’acidità perfetta che le rende un alimento rinfrescante durante la stagione delle piogge.

Foto dell’autore

La storia di queste famose nespole è affascinante e risale al tardo periodo Edo (1603-1868). Fu allora che una dama di corte conosciuta con il nome di Miura Shio, ricevette dei semi di tōbiwa (la nespola cinese) da un Nagasaki-tsūji, un traduttore, e li piantò nel giardino di casa sua. Quei primi alberi produssero frutti così grandi, gustosi e di aspetto molto bello che la loro coltivazione si diffuse rapidamente in tutta la zona di Mogi. La coltivazione sistematica di questa varietà iniziò solo più tardi durante il periodo Meiji, e da allora questa varietà viene coltivata con cura da oltre 100 anni. 

Sara una gioia raccoglierle, come ogni anno. E magari anche quest’anno potremmo preparare qualche vasetto di marmellata e il buonissimo biwa-shu, un liquore tradizionale. Ogni anno c’e sempre qualcosa di magico nell’attendere il momento giusto, un attesa che sa un po ‘di tradizione e di sapori antichi che meritano di essere conservati come vanto di Nagasaki.

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