Scopriamo assieme le origine di questa tradizione giapponese di inizio anno.
di Christian Savini
Durante le celebrazioni di inizio anno non poteva mancare il sake, collante per ogni tipo di rito purificatore e celebrazione. Lo o-toso (お屠蘇) è una bevanda alcolica a base di erbe medicinali ed é considerato puro al pari dell’ o-miki (お神酒), il sake utilizzato nei rituali shintoisti. Diversamente da quest’ ultimo però l‘o-toso è considerato una bevanda medicamentosa (yakuyō-shu, 薬用酒) ed è il simbolo di augurio di buona salute della famiglia. Preso in prestito dalla tradizione cinese, si crede curi dolori del corpo e della mente allontanando i peccati e gli spiriti maligni. Quando ci si reca in casa di amici o parenti per fare gli auguri per il nuovo anno, o quando si ricevono ospiti durante questo periodo, è usanza bere o office questa bevanda.
È parte integrante della storia e della cultura che circonda le celebrazioni tradizionali del nuovo anno in Giappone. Anche se alcune tradizioni si sono affievolite negli anni, il significato spirituale della condivisione del sake, medicinale o meno, continua nella maggior parte delle famiglie nipponiche.
L‘O-toso non è, come si potrebbe pensare, solo una bevanda distillata dal riso, speziata e medicinale. Porta con sé un significato più profondo che si lega ai kanji usati nel suo nome. I caratteri usati per scrivere toso, 屠蘇, significano rispettivamente massacrare e rinvigorire. Si crede che bevendolo, si possa sia respingere la malattia e la cattiva sorte, sia rivitalizzare lo spirito. C’è anche un antico adagio popolare riferito all’ o-tosu che recita:
一人これ飲めば一家苦しみなく、一家これ飲めば一里病なし。
“Se una persona lo beve, la sua famiglia non si ammalerà; se tutta la famiglia lo beve, nessuno nel villaggio si ammalerà”.
Questo per rafforzare la visione collettivista della società giapponese. Gi effetti duraturi dell’o-toso non giovano solo all’individuo, ma all’intera comunità.
Le prime tracce dell’esistenza di questa bevanda risalgono a migliaia di anni fa, durante la dinastia Han. Questa miscela di erbe immerse nel liquore distillato dal riso arrivò in Giappone, come tante altre usanze continentali durante il periodo Heian, sotto il governo dell’imperatore Saga ed era un rituale diffuso solo all’interno della corte imperiale. Tuttavia, con il passare del tempo, la pratica si è lentamente diffusa anche tra le persone e la tradizione dell’o-toso ha iniziato a prendere forma. Il suo consumo si diffuse tra la popolazione anche attraverso la medicina. Veniva infatti spesso consumato per combattere l’insorgere di un raffreddore o di un mal di stomaco.
Come si prepara e come si beve lo o-toso?
Ancora oggi, gli elementi per preparare l’o-toso detti tososan (屠蘇散) o toso enmeisan (屠蘇延命散) sono venduti nelle farmacie. Fino agli anni duemila venivano dati anche in dono ai clienti con l’avvicinarsi delle festività. Di solito sono venduti in bustine da tè, quindi si possono preparare la sera di Capodanno, immergendo le bustine nel sakè se lo si preferisce liscio, o nel mirin se lo si preferisce più dolce. Il primo giorno dell’anno vanno tolte le bustine e l’ o-toso è pronto.
Il primo giorno dell’anno si preparano, i recipienti per bere, detti tosoki (屠蘇器), che vengono disposti su una piattaforma in ordine di grandezza: piccolo, medio e grande. Al posto del classico tokkuri (徳利), usato normalmente per versare il sake, l’ usanza dell’o-toso prevede l’uso di un piccolo recipiente simile a una teiera per servirlo. I membri della famiglia bevono l’o-toso in ordine, dalla tazza più piccola a quella più grande. Ogni tazza verrà riempita tre volte e sarà bevuta in tre sorsi separati.
Anche l’ordine di chi beve è diverso dalla convenzione standard. Invece di procedere dal più vecchio al più giovane, il membro più giovane della famiglia beve per primo. In questo modo, la gioia e la vitalità della gioventù passano agli anziani della famiglia. La persona più anziana versa prima l’ o-toso alla persona più giovane, che lo beve, e poi la persona più giovane lo versa alla seconda persona più giovane, e così via, finché la persona che ha finito di bere lo versa alla persona successiva. Anche se si tratta di un evento celebrativo, essendo l’alcol coinvolto, i bambini e coloro che guidano possono solo imitare i sorsi bagnandosi solamente le labbra.
Sebbene questa usanza possa non essere più comune nell’era moderna continua a rappresentare un tassello fondamentale della storia e delle tradizioni del paese. Si crede che bere l’ o-toso il primo giorno dell’anno non porti solo fortuna e prosperità alla propria famiglia ma a tutta la popolazione e alla cultura giapponese. Gli sforzi per mantenere viva questa tradizione vanno a vantaggio delle famiglie, della comunità e della ricchezza della cultura giapponese legata al mondo del sake da sempre considerato ponte di contatto con le tradizioni di questo fantastico paese.