Christian Savini

Christian Savini

La mia passione per la storia e cultura giapponesi, nata ai tempi del liceo, mi portò a iscrivermi al corso di laurea in Lingue e Istituzioni Economico Giuridiche dell’Asia Orientale presso Ca’ Foscari di Venezia. L’opportunità di studiare in Giappone ha consolidato il mio interesse, sfociando in una tesi sulla legislazione marittima giapponese. Dopo aver lavorato nell'editoria, mi sono trasferito in Giappone per lavorare nel settore navale. Dal 2013 vivo qui, continuando a approfondire lo studio dello Shintō e del Buddismo giapponesi. Nel tempo libero, scrivo articoli per divulgare queste affascinanti culture.

Se l'avete letto qui, potete raccontarlo in giro

Se l'avete letto qui, potete raccontarlo in giro

Non ci farete sicuramente brutta figura, perché noi controlliamo tutto quello che pubblichiamo. In più, abbiamo 78 anni di Giappone alle nostre spalle, non abbiamo bisogno di inventare nulla. Lo scinto non è una religione, il bushido è entrato in esistenza molto dopo che il samurai è scomparso. L'imperatore è una figura sacerdotale. Ci sono 23 modi di dire nebbia in giapponese, quasi altrettanti di dire pioggia, una ventina per dire suicidio. Un popolo che ama le sfumature di colore delicate, ma dalla storia sanguinosissima. Tutto quello che riguarda il Giappone riguarda questo sito. Dalla religione al calcio.

Francesco Baldessari

Francesco Baldessari

È vero, se gli anni della gioventù sono difficili, quelli della maturità sono sereni. Ma una serenità che comunque mi ricorda il commento fatto dall’asino Benjamin in La fattoria degli animali di Orwell. Dio mi ha dato le mosche e la coda per scacciarle, ma meglio sarebbe stato se non mi avesse dato né coda né mosche. L’unica cose buona che ne è scaturita è il Giappone. Senza il Giappone, senza questo strano mondo e il suo affetto, non sarei riuscito a trovare la forza di tenere duro, avanzare e alla fine riuscire.

Quando la lode è un martello

Per uno straniero, ricevere un complimento pubblico o essere scelto come esempio di successo di fronte ai colleghi è quasi sempre motivo di orgoglio. Ci si sente riconosciuti, valorizzati. In Giappone, tuttavia, una situazione simile può trasformarsi in un momento di profondo imbarazzo, un’esperienza che un occidetale farebbe fatica a comprendere. Il fulcro di questo

Tra cicale e fuochi d’artificio: vivere l’estate giapponese

Le conversazioni serali sull’arredamento e sulla tipologia di climatizzazione della nostra nuova cassa, un tema ricorrente tra me e mia moglie, ci hanno condotti, non si come, a una riflessione più profonda: quale sia la vera essere dell’estate in Giappone. Contrariamente alla percezione occidentale, dove l’estate sovente si traduce in lunghe interruzioni della routine e

Il gracchiare degli dei

Nel cielo del Sol Levante, un’ombra nera danza instancabile, un ritornello visivo che accompagna l’alba e il tramonto. È il corvo, l’onnipresente signore dei cieli urbani, un sovrano pennuto che osserva dall’alto le nostre vite indaffarate con un’intelligenza che a tratti inquieta, a tratti affascina. Non si può sfuggire al suo richiamo roco, “ka-ka-” che

Le nozze delle tenebre

Nelle pieghe più recondite della tradizione giapponese, lontano dal clamore delle metropoli, sopravvivono usanze che risuonano come echi di un tempo antico, sussurri di fede nati dal più profondo dei terrori.Tra queste, forse nessuna è così straziante e solenne come il meikon (冥婚), il “matrimonio delle tenebre”. Non è una tradizione per le masse, ma

O-chūgen: il filo invisibile della gratitudine giapponese

In ufficio, in questi primi giorni di luglio, si respira un’aria frizzante e quasi febbrile, un’agitazione che non ha nulla a che vedere con le solite scadenze di fine mese. Sulle nostre scrivanie sono comparsi eleganti cataloghi patinati contenenti foto di confezioni di birra pregiata, gelatine colorate e cesti di frutta così perfetti da sembrare

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