Il giorno in cui il Buddha non morì

Stamattina, tra le righe asettiche degli impegni di lavoro, una parola è balenata sul mio calendario digitale, un sussurro ancestrale nel frastuono della routine: Butsumetsu (仏滅). Per chi, come me, vive in Giappone, non è una semplice indicazione temporale, ma un portale su un mondo dove il tempo non era scandito solo da ore e

Dov’e finita la nostra giovinezza

C’è una domanda che ha aleggiato come un fantasma tra le macerie del Giappone post-bellico. Un sussurro diventato un grido sordo, carico di rabbia e smarrimento, che appartiene a un’intera generazione: 「うちの青春どこにいった!」 “Dov’e finita la nostra giovinezza?” Immagina di avere quindici anni. I tuoi sogni non sono fatti di amori, musica o feste con gli

La casa attende

Ogni volta che sento qualcuno definire l’Obon come la “festa dei morti” giapponese, un’ondata di sottile irritazione si mescola al ricordo del mio stesso imbarazzo. Perché quell’errore, quella superficiale etichetta, un tempo era anche la mia. Appena giunto in Giappone, archiviai la questione con la medesima superficialità, adagiandosi in un parallelo comodo e rassicurante. Pensavo:

Il vocabolario invisibile dell’affetto

Chi osserva le coppie muoversi nel paesaggio giapponese, percepisce quasi subito un velo di riserbo, un’economia di gesti che all’occhio straniero può apparire come un’impressione di algida distanza. I corpi camminano in prossimità, ma raramente si toccano; le conversazioni fioriscono, ma senza i picchi e le valli emotive a cui altre culture sono avvezze. Si

Un minuto di silenzio nel cuore pulsante di un’estate giapponese

Il rito si rinnova, immutabile e necessario, ad ogni estate. Con l’avvicinarsi degli anniversari di Hiroshima e Nagasaki, gli schermi del Giappone si popolano di volti segnati dal tempo e scolpiti dalla memoria. Sono gli hibakusha, i sopravvissuti, i cui racconti squarciano il velo del tempo per ricondurci a quei giorni di fuoco e silenzio.

Puntare al futuro

Nonostante i tanti anni trascorsi in Giappone, ci sono ancora piccoli gesti quotidiani che catturano la mia attenzione, invitandomi a riflettere come fossero silenziosi enigmi. Tra tutti, il più costante si manifesta sulla soglia di ogni casa, tempio, santuario e in ogni parcheggio: le scarpe, sfilate nel genkan, sono sempre allineate con una precisione quasi

Quando la lode è un martello

Per uno straniero, ricevere un complimento pubblico o essere scelto come esempio di successo di fronte ai colleghi è quasi sempre motivo di orgoglio. Ci si sente riconosciuti, valorizzati. In Giappone, tuttavia, una situazione simile può trasformarsi in un momento di profondo imbarazzo, un’esperienza che un occidetale farebbe fatica a comprendere. Il fulcro di questo

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