Kazunoko: le uova portafortuna del Capodanno giapponese


Il kazunoko (数の子), con la sua vibrante tonalità gialla e la consistenza piacevolmente croccante, è un elemento essenziale delle celebrazioni del Capodanno giapponese. Questa prelibatezza salata, spesso gustata con il sakè, è un alimento base dell’osechi ryori, la tradizionale cucina di Capodanno. Ma cos’è esattamente il kazunoko e perché occupa un posto così speciale nella cultura giapponese? Immergiamoci nell’affascinante storia di queste uova dorate.

Il kazunoko sono uova di aringa, specificamente l’ovario dell’aringa. La sua caratteristica consistenza scoppiettante e il colore giallo lo rendono immediatamente riconoscibile. Le uova vengono tipicamente conservate sotto sale, il che conferisce loro un sapore leggermente salato che si sposa perfettamente con l’atmosfera festosa del Nuovo Anno.

Foto dell’autore: kazunoko durante pranzo del primo giorno dell’anno

In giapponese, l’aringa è chiamata “nishin” (鯡). Fatto interessante, questa parola può essere scritta anche con i caratteri 二親 (ni-shin), che letteralmente significano “due genitori”. Questa duplice rappresentazione grafica conferisce al kazunoko un valore simbolico legato alla fertilità e alla prosperità familiare, in particolare all’augurio di una discendenza numerosa. Tale simbolismo riveste un ruolo centrale nelle celebrazioni del Capodanno giapponese.

Sebbene il Giappone un tempo vantasse abbondanti catture di aringhe, la pesca interna è diminuita notevolmente negli ultimi anni. Oggi, la maggior parte provengono sia dall’Oceano Pacifico che dall’Atlantico. Il kazunoko del Pacifico, in particolare quello proveniente dal Canada, è apprezzato per la sua consistenza soda, mentre il kazunoko atlantico, noto per la sua consistenza più umida, viene spesso utilizzato nei prodotti alimentari trasformati. In Giappone, Hokkaido e Tohoku erano un tempo importanti aree di produzione, sebbene le catture siano ora considerevolmente inferiori, il che rende il kazunoko proveniente da queste zone una prelibatezza.

La presenza del kazunoko nell’osechi ryori è profondamente radicata nel simbolismo e nella tradizione. Non è solo un piatto gustoso; porta con sé anche profondi auguri per l’anno nuovo.

La ragione principale per cui kazunoko è incluso nell’osechi è la sua associazione con la fertilità e la prosperità dei discendenti. La pura abbondanza di uova all’interno delle ovaie simboleggia il desiderio di avere molti figli e la continuazione della linea familiare. Questo simbolismo è ulteriormente rafforzato, come spiegato in precedenza, dalla connotazione di “due genitori” della parola “nishin“.

Oltre alla fertilità, si ritiene anche che il kazunoko scacci gli spiriti maligni all’inizio del Nuovo Anno, assicurando un nuovo inizio e un anno pieno di buona fortuna. Durante le celebrazioni del Capodanno giapponese, è consuetudine includere gli iwai-zakana (祝い肴) come parte dell’osechi ryori. Tre piatti sono designati come iwai-zakana, e il kazunoko è uno di questi. Questi piatti vengono tradizionalmente consumati insieme al toso (お屠蘇), un sakè speziato, con l’intento di scacciare gli spiriti maligni e assicurare buona salute e longevità.

La più antica testimonianza storica della comparsa del kazunoko in Giappone risale a più di 450 anni fa. Esistono documenti che attestano che il kazunoko fu offerto in dono a Ashikaga Yoshiteru, il tredicesimo shogun dello shogunato Muromachi.

Verso la fine del periodo Muromachi, si svilupparono i trasporti marittimi nell’ura-nihon, il mare del Giappone, e si dice che il kazunoko entrò a Kyōto attraverso Tsuruga, diventando noto ai cuochi della corte imperiale e dello shogunato. Si ritiene che il kazunoko sia stato introdotto dall’ Hokkaido a Kyōto, inizialmente assieme all’alga konbu, che era il principale prodotto di esportazione dell’ Hokkaido in quel periodo. Assieme all’alga fu introdotto anche il komochi konbu (子持ち昆布), che suscitò interesse per le uova stesse.

Komochi-konbu


Poiché le numerose uova all’interno del kazunoko evocano immagini di prosperità familiare e di molti discendenti, iniziò a essere usato come “engimono” (縁起物), ovvero un oggetto di buon auspicio ritenuto portatore di fortuna.

Successivamente, Tokugawa Yoshimune (noto come “abarenbo shōgun“, lo “shōgun selvaggio”), l’ottavo shōgun del periodo Edo, che promosse la frugalità durante le riforme kyōhō, sostenne l’inclusione del kazunoko nell’osechi ryori, dicendo: “Voglio che sia i ricchi che i poveri mangino lo stesso cibo e festeggino durante il Nuovo Anno”. Questo si crede portò al consumo diffuso del kazunoko.

Oggi, il kazunoko rimane parte integrante delle celebrazioni del Capodanno giapponese. La sua consistenza unica, il sapore salato e il significato simbolico lo rendono un piatto amato, che incarna gli auguri per un anno prospero e fertile. Quindi, la prossima volta che incontrerete queste uova dorate, ricordate la loro ricca storia e le speranze che rappresentano e godetevi un assaggio veramente autentico della tradizione del Capodanno giapponese.





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