Shimekazari: una decorazione giapponese per un felice anno nuovo


Mentre l’aria frizzante dell’inverno annuncia l’arrivo di un nuovo anno, il Giappone si prepara per un periodo di rinnovamento e speranza. Come abbiamo discusso nel nostro recente articolo del blog, il Capodanno in Giappone, o shōgatsu (正月), è un momento in cui le famiglie si riuniscono, gustano cibi speciali come l’osechi-ryori (お節料理) e visitano santuari e templi per l’hatsumōde (初詣), la prima visita al santuario dell’anno. Tra queste tradizioni, un simbolo onnipresente spicca: le shimekazari (しめ飾り), una decorazione di corda sacra appesa sopra gli ingressi per allontanare il male e invitare la buona fortuna.

Shimekazari tradizionale appeso all’ingresso di una casa giapponese durante il Capodanno

Essenza delle shimekazari: significato e origini

Un simbolo di sacralità

Il termine shimekazari racchiude un profondo significato simbolico. “Shime” (しめ) si riferisce a una corda o un cordone che delimita uno spazio sacro, separandolo dal profano. Questo concetto è strettamente legato alle shimenawa (注連縄), le spesse corde di paglia di riso utilizzate nei rituali shintoisti per delimitare aree sacre come santuari e oggetti di culto. “Kazari” (飾り) significa semplicemente decorazione. Pertanto, shimekazari si traduce letteralmente in “decorazione di corda sacra”, evidenziando il suo ruolo di confine purificato per l’anno nuovo. A differenza delle shimenawa, utilizzate in contesti più ampi, le shimekazari sono specificamente legate alle celebrazioni del Capodanno, assumendo forme più elaborate e simboliche

Foto dell’ autore: shimenawa presso un santuario locale

Radici mitologiche e tradizioni shintoiste

Le origini delle shimekazari affondano nelle antiche credenze shintoiste. Le corde, soprattutto quelle di paglia di riso, erano utilizzate per tracciare confini sacri, proteggendo gli spazi rituali dalle impurità nota come kegare (穢れ). Il kegare rappresentava uno stato di contaminazione rituale associato a eventi come la morte e la malattia, considerati perturbatori dell’ordine naturale e portatori di sfortuna. Le shimekazari fungono quindi da barriera protettiva contro il kegare, purificando lo spazio domestico. Questa pratica trae ispirazione dal mito di Amaterasu, la dea del sole, che si ritirò in una grotta, avvolgendo il mondo nell’oscurità. Al suo ritorno, gli altri dei sigillarono l’ingresso della grotta con una corda sacra, impedendole di tornare indietro. Questo mito consacrò la corda come simbolo di purificazione e protezione. Durante il periodo Heian (794-1185), l’uso delle shimekazari per accogliere il Toshigami (年神), la divinità del Capodanno, e garantire prosperità divenne una consuetudine diffusa.

Il significato simbolico delle shimekazari

Duplice ruolo: purificazione e buon auspicio

Le shimekazari svolgono una duplice funzione: purificano la casa e invocano la buona fortuna. Appendendole all’ingresso, le famiglie creano uno spazio sacro, accogliendo il toshigami e allontanando gli spiriti maligni e la sfortuna. Le decorazioni sono arricchite da simboli di buon auspicio, tra cui:

  • Daidai (橙): un tipo di arancia dal gusto amarognolo che simboleggia la continuità familiare e la prosperità per le generazioni future.
  • Urajiro (裏白): una felce con la parte inferiore bianca rappresenta la purezza e un cuore sincero.
  • Yuzuriha (譲葉): un albero sempreverde le cui vecchie foglie non cadono finché non ne crescono di nuove, simboleggia la continuità delle generazioni.

Quando e come esporre le shimekazari

Periodo propizio per esporre la decorazione

Tradizionalmente, il 13 dicembre, giorno conosciuto anche con il nome di “shōgatsu koto hajime” (正月事始め) o susuharai (煤払い), segna l’inizio dei preparativi per il nuovo anno e il momento in cui si può iniziare ad appendere le shimekazari. Molti giapponesi scelgono di decorare dopo il 25 dicembre, per godere appieno delle decorazioni natalizie. Il 28 dicembre è considerato particolarmente fortunato, poiché il numero “otto” (八) è associato al concetto di suehirogari (末広がり), la prosperità crescente.

Date da evitare

Tuttavia, sebbene si dica che sia possibile iniziare a decorare in qualsiasi momento dopo il 13 dicembre, ci sono alcune date che vengono spesso evitate perché considerate sfortunate. Queste sono il 29 e il 31 dicembre.

È consuetudine evitare il 29 dicembre, poiché la lettura del numero “29” (nijūku, 二十九) ricorda l’omofono nijūku, (二重苦) che letteralmente significa “doppia sofferenza”, e il 31 dicembre, poiché decorare all’ultimo momento è chiamato “ichiya-kazari” (一夜飾り, decorazione di una notte), che è associato alle preparazioni dei riti funebri che normalmente avvengono la sera precedente.

Shimekazari oggi: tra tradizione e modernità

Sebbene le credenze tradizionali, inclusa la forte enfasi sul kegare, possano essere diminuite un po’ tra le giovani generazioni, le shimekazari rimangono una visione comune durante il periodo del Capodanno. Nel Giappone contemporaneo, il concetto di kegare è meno rigorosamente osservato, soprattutto negli ambienti urbani. Le giovani generazioni spesso considerano le shimekazari più come una tradizione culturale e un simbolo di buona fortuna piuttosto che una diretta protezione contro l’impurità rituale. Molte famiglie, anche nelle aree urbane, le appendono ancora sopra le loro porte come tradizione culturale, un modo per connettersi con la loro eredità ed esprimere speranza per un buon anno.

Oggi, troverete una varietà di shimekazari, dai design semplici e tradizionali a creazioni più moderne ed elaborate. Alcuni incorporano persino elementi contemporanei pur mantenendo il simbolismo di base. Questa adattabilità assicura che le shimekazari continuino a svolgere un ruolo nelle celebrazioni del Capodanno giapponese, collegando il passato e il presente.

Le shimekazari sono più che semplici decorazioni; sono legami tangibili con la ricca storia e le credenze spirituali del Giappone. Come simbolo di purificazione, protezione e buona fortuna, incarnano le speranze e le aspirazioni del popolo giapponese mentre accoglie ogni nuovo anno.






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