Spazzando via il passato


Il susuharai

Prima che l’elettricità illuminasse le case giapponesi, un sottile velo nero avvolgeva ogni ambiente. Era la fuliggine, susu (煤), un residuo della combustione del legno utilizzato per cucinare e riscaldarsi. Questa patina ricopriva soffitti, pareti e persino i tatami, trasformando le abitazioni in un dipinto monocromatico. Per liberarsi da questo velo e accogliere il nuovo anno con rinnovata energia, i giapponesi praticavano un rituale conosciuto come susuharai (煤払い).

Le origini

Nato nel castello di Edo, cuore del potere shogunale, il susuharai era un’usanza che coinvolgeva tutti, dal samurai più agguerrito al contadino più umile. Si racconta che i primi a praticarlo fossero proprio i guerrieri, che purificavano il castello, le loro armature e le loro dimore. Con il tempo, questa usanza si diffuse capillarmente, diventando un appuntamento fisso in ogni casa giapponese.

Il rituale

Ogni 13 dicembre, armati di scope di bambù o paglia, grandi e piccini si dedicavano a una pulizia minuziosa, spazzando via lo sporco accumulato. L’aria si riempiva del profumo acre del legno bruciato e del fruscio delle scope. Dopo una giornata di duro lavoro, l’atmosfera si faceva più allegra. Si organizzavano banchetti, si beveva sakè e si praticava il doage (胴上げ), un’usanza che consiste nel lanciare in aria una persona più volte come segno di celebrazione e buon auspicio.

Fonte: gallerie digitale della Dieta giapponese.

Kegare e purificazione

Il termine susuharai (煤払い) è composto da due kanji: susu (煤), che significa “fuliggine” o “sporco”, e harai (払い), che significa “spazzare via” o “purificare”. La fuliggine non era solo sporco fisico; era considerata una manifestazione del kegare (穢れ), un concetto che racchiude l’impurità e le energie negative accumulate durante l’anno. Attraverso il susuharai, non si eliminava solo lo sporco materiale, ma si purificava lo spazio dalle energie negative, preparando la casa ad accogliere il kami (神) dell’anno nuovo e creando un ambiente puro e propizio. Si credeva che spazzando via la fuliggine, si purificasse non solo la casa, ma anche l’anima.

Il bambù, materiale delle scope, non era scelto a caso. Simbolo di forza, flessibilità e crescita, rappresenta il legame indissolubile tra l’uomo e la natura. Ad ogni spazzata, si credeva di liberarsi dalle scorie del passato e di aprire le porte a un futuro più luminoso e al kami del nuovo anno.

Preparazione e l’ordine delle pulizie

Prima di iniziare il susuharai, si preparava l’ambiente bruciando dell’incenso per purificare l’aria e creare un’atmosfera propizia. Si seguiva poi un ordine preciso nelle pulizie, iniziando dai luoghi più alti, come le mensole, le travi del tetto e il kamidana (神棚), l’altare shintō, e terminando con il pavimento. Le donne, in particolare, avevano un ruolo fondamentale, occupandosi della maggior parte delle faccende domestiche e delle decorazioni per il nuovo anno.

Variazioni Regionali

A seconda delle regioni, questa usanza veniva chiamata in modi diversi, ognuno portando con sé sfumature di significato uniche: Shōgatsu mukae (正月迎え, accogliere il nuovo anno), Koto hajime (事始め, inizio delle cose), Ee koto hajime (良い事始め, buon inizio), Matsu narashi (松均し, tagliare i pini). Ognuno di questi nomi, pur con sfumature diverse, sottolinea l’importanza del susuharai come momento di transizione, di purificazione e di rinnovamento. Era un’occasione per lasciare andare il passato e accogliere il futuro con speranza e ottimismo.

Dal Susuharai all’Ōsōji: l’eredità di una tradizione

Oggi, con i moderni sistemi di riscaldamento, la fuliggine è solo un ricordo. Tuttavia, lo spirito del susuharai sopravvive nell’ōsōji (大掃除), la grande pulizia di fine anno, un momento per fare il punto della situazione, liberarsi del superfluo e accogliere il nuovo anno con rinnovata energia. Se siete fortunati, vi potrà capitare di assistere all’originale rito se vi trovate in un santuario il 13 Dicembre. Anche se il contesto è cambiato, l’essenza del rituale – la purificazione e il rinnovamento – è rimasta la stessa, testimoniando la continuità di una tradizione che si adatta ai tempi.

l susuharai è molto più di una semplice pulizia; è un rituale profondamente radicato nella cultura giapponese, che coniuga aspetti pratici e spirituali. Attraverso l’eliminazione della fuliggine, simbolo del kegare, si purificava l’ambiente domestico e si creava uno spazio propizio per accogliere le energie positive del nuovo anno. Questa tradizione, nata nel cuore del potere e diffusa in tutto l’arcipelago, continua a vivere, seppur in forma adattata, come testimonianza di un legame profondo tra l’uomo e il suo ambiente. Questa è l’eredità del susuharai (煤払い).











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