Hakuro (白露), un termine forse poco familiare a molti, è uno dei 24 nijūshisekki (二十四節気), un antico sistema giapponese che divide l’anno in 24 periodi, ciascuno dei quali rappresenta un momento preciso del ciclo stagionale.
Un’atmosfera autunnale
Hakuro, che letteralmente significa “rugiada bianca”, segna l’inizio effettivo dell’autunno. Ogni anno, tra il 7 e il 22 settembre circa, la natura inizia a mostrare i primi segni di questa stagione: le giornate si accorciano, le temperature si abbassano e, al mattino presto, l’erba e le foglie si ricoprono di minuscole goccioline di rugiada.
Un’antica tradizione
L’origine del termine hakuro risale a un’epoca in cui i giapponesi osservavano più attentamente i cambiamenti della natura per regolare la loro vita. Secondo un antico compendio del calendario risalente al periodo Edo (1603-1868), il rekibinran (歴便覧), durante hakuro la frescura notturna prevale sul calore del giorno, favorendo la formazione della rugiada. Questa rugiada, che brilla come piccoli diamanti all’alba, è considerata un simbolo dell’autunno e un segno del passaggio definitivo dalla stagione calda a quella fredda.
Inoltre, secondo l’antica teoria cinese dei gogyōsetsu (五行説), i cinque elementi, ampiamente adottata in Giappone, l’autunno è associato al colore bianco. Per questo motivo, l’autunno è spesso chiamato hakushū (白秋), “autunno bianco”. Curiosamente, il periodo in cui visse il famoso poeta Kitahara Hakushū (北原白秋) è talvolta definito hakushū jidai (白秋時代) “periodo della rugiada bianca”, in riferimento al termine hakuro.
Perché hakuro?
Ma perché proprio “rugiada bianca”? Il kanji “露” (tsuyu), che significa rugiada, è al centro di questo termine. Sebbene la rugiada possa formarsi in qualsiasi periodo dell’anno, è proprio in autunno, con le sue notti fresche e le giornate calde, che diventa più evidente. Non a caso, nella poesia giapponese, come gli haiku e tanka, la rugiada è spesso citata come simbolo dell’autunno, evocando immagini di delicatezza e transitorietà.
Il composto “白露” può essere letto anche come shiratsuyu. Tuttavia, quando si parla dei 24 termini solari, si usa sempre la pronuncia hakuro.
Otsukimi: la magica festa giapponese dedicata alla luna
Otsukimi (お月見) e una bellissima tradizione giapponese dedicata all’ammirazione della luna, in particolare durante l’autunno. Questo termine, che letteralmente significa “osservare la luna”, è profondamente radicato nella cultura giapponese e celebra la bellezza della natura e il ciclo delle stagioni.
La luna piena di settembre
Otsukimi si celebrava solitamente il 15° giorno dell’ottavo mese del calendario lunare giapponese, conosciuto anche come jūgoya (十五夜) che coincide proprio con il periodo di hakuro (白露). In questo periodo, l’aria è più limpida e la luna piena appare particolarmente luminosa e grande nel cielo.
Durante l’Otsukimi, conosciuto anche con il nome di chūshū no meigetsu (中秋の名月) è usanza preparare offerte alla luna. Tra le più comuni troviamo gli tsukimi dango (月見団子), delle palline di riso dolci, e il susuki (すすき), un tipo di erba con lunghe spighe dorate.
I dango: la loro forma rotonda richiama la luna piena e simboleggia la gratitudine per il raccolto.
Il susuki: le sue spighe ricordano le spighe di riso e sono un augurio per un raccolto abbondante.
Una tradizione millenaria
Otsukimi è una tradizione molto antica che risale al periodo Heian (794-1185), quando le persone appartenenti all’aristocrazia giapponese si riunivano per ammirare la luna, comporre poesie e ascoltare musica. Oggi, questa usanza è ancora molto sentita e viene celebrata in tutto il Giappone.
Il Meigetsu Kangen-sai di Kyōto
Credo che uno degli eventi più spettacolari a cui abbia mai assistito, legato all’Otsukimi si tiene a Kyōto, presso il santuario Shimogamo. Il Meigetsu Kangen-sai (名月管絃祭) è una cerimonia ricca di storia e fascino, durante la quale si possono ammirare le bugaku (舞楽), le danze tradizionali e ascoltare musica, il tutto sotto la luce della luna piena.
Perché celebrare l’Otsukimi
L’Otsukimi è un momento per riflettere sulla bellezza della natura, ringraziare per i doni della terra e condividere momenti di gioia con i propri cari. È un’occasione per staccare la spina dalla frenesia della vita quotidiana e apprezzare la semplicità delle cose.
Anche se il termine hakuro potrebbe non essere molto familiare, il modo in cui descrive la bellezza della natura, con la rugiada che bagna le piante e scintilla alla luce del sole, è un esempio unico della sensibilità giapponese verso le stagioni. Non ci resta che goderci questo periodo in attesa delle lunghe piogge autunnali, conosciute come shūrin (秋霖), che avvolgono l’arcipelago nipponico in un’atmosfera malinconica, mentre il miscanto ondeggia spinto dal vento umido.