Il periodo Sengoku, noto anche come l’era dei regni combattenti, è stato un periodo tumultuoso nella storia del Giappone che si è esteso dal XV al XVI secolo. Di sua natura, un periodo simile e difficile da racchiudere fra due date esatte ma, in generale, Esso vide il completo crollo dell’autorità centrale nel Kanto e nel Kansai. Ci sono state diverse cause che hanno contribuito all’inizio e alla durata di questo periodo, la più importante delle quali è stata senza dubbio la legge sull’eredità promulgata dallo shogunato stesso.
Questo prevedeva la divisione delle terre governate dai vassalli tra i loro figli maschi. Questo portò alla frammentazione delle terre e dei domini, creando molte entità politiche indipendenti all’interno del paese, una situazione difficilissima da cambiare in modo non violento, perché qualsiasi soluzione coinvolgeva il ledere gli interessi di un grande numero di persone.
La pratica dello shoen seido, combinata con altre leggi sull’eredità, portò a una serie di conflitti sulla proprietà delle terre e sulla successione dei daimyo. Queste questioni di eredità divennero spesso il catalizzatore per le guerre tra i clan, in quanto i daimyo cercavano di espandere il loro dominio e ottenere terre attraverso conquista o alleanze matrimoniali.
Vi sono ben tre date diverse usate per segnare l’inizio di questo periodo, la prima è l’incidente di Kyōtoku, la seconda è la guerra di Ōnin, e la terza l’incidente di Meiō. Quelle per la sua fine sono molte di più e vanno dal 1568 al 1638. Io ho scelto la guerra di Ōnin per l’inizio, l’arrivo di Jason a Edo per la fine (1467-1603)
Durante i tre secoli di disordine che vanno dalla caduta di Kamakura alla vittoria di Tokugawa Ieyasu vediamo prima il crollo completo dello shoen seido, poi la nascita di un nuovo sistema, rigidissimo nello stabilire un solo erede. La differenza fra un daimyo e i gokenin, le figura che viene a sostituire, sta principalmente proprio nel modo in cui viene trasmessa la proprietà. L’erede non deve essere necessariamente dello stesso sangue dello shogun. La sua competenza è più importante e il terzo shogun della dinastia dei Tokugawa, Iemitsu, il migliore dopo Ieyasu, non era figlio del secondo. Ma l’erede doveva pur sempre essere sempre uno solo.
Durante il periodo Sengoku, le leggi sull’eredità e la successione variano notevolmente a seconda dei clan e delle famiglie nobiliari coinvolte. Non c’era un sistema di successione uniforme o centralizzato come si potrebbe trovare in altre culture o periodi storici.
In generale, il sistema di eredità dipendeva dalle tradizioni e dalle regole stabilite da ciascun clan. Alcuni clan seguivano un sistema di primogenitura, in cui il primogenito maschio aveva diritto a ereditare il titolo, le terre e le proprietà del padre. Tuttavia, in molti casi, la successione poteva essere contestata o combattuta tra i membri della famiglia o tra i daimyo rivali.
La legge sulla successione poteva anche essere influenzata dal potere politico e militare. I signori della guerra più forti e influenti avevano maggiori probabilità di garantire la successione dei loro discendenti, anche se ciò significava ignorare la linea di successione tradizionale. La stabilità e la continuità dinastica spesso erano secondarie rispetto alla capacità di un leader di mantenere il controllo sul proprio dominio.
Inoltre, durante il periodo Sengoku, molti clan e famiglie nobiliari si estinsero a causa della guerra, delle alleanze mutevoli e delle rivalità interne. Ciò ha portato a una continua ridefinizione delle dinastie e delle linee di successione. A questo si ricollega poi il problema dei Ronin visto nell’articolo Lo tsujigiri, un fenomeno complesso
Il crollo delle istituzioni precedenti era tuttavia necessario perché fosse possibile stabilirne di nuove Quando appaiono Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu, il nuovo metodo a erede singolo è fermamente al suo posto. Esso sarà una delle caratteristiche nuove e significative del nuovo Shogunato Tokugawa. La figura del Daimyo è infatti definita dal modo in cui trasmette la propria proprietà a un erede.
Un secondo e importante motivo fu il modo in cui il fondatore del secondo Shogunato, Ashikaga Takauji, conquistò il potere. Lo strappò infatti direttamente all’imperatore Go-Daigo, che avevo visto nel crollo dello Shogunato di Kamakura un’occasione di ritornare al potere effettivo. Takauji nominò perfino un imperatore dalla cui dinastia di scendono gli attuali imperatore del Giappone. Notare che non esiste alcun dubbio circa la loro legittimità perché possiedono i tre oggetti sacri che attribuiscono il potere al sovrano. Le due dinastie si combatterono per circa sessant’anni, un lungo periodo di caos totale che preparò il cataclisma che doveva venire.