Il motto-mo
Dopo un periodo di pausa forzata causato dall’impatto della pandemia di COVID-19, le vivaci grida del motto-ji [モットモ爺, “nonno motto”] e dei bambini terrorizzati hanno di nuovo animato le case delle cittadine di Teguma [手熊] e Kakidomari [柿泊], situate nella zona occidentale di Nagasaki.
Nelle aree menzionate, il setsubun [節分] è festeggiato attraverso una tradizione conosciuta come motto-mo [モットモ]. Questo rito, simile ad altri rituali associati al setsubun, è concepito per scacciare i demoni e attirare la fortuna.
Motto-mo patrimonio folkloristico immateriali nazionale
La nascita di questa tradizione non è documentata in fonti scritte; piuttosto, è stata tramandata oralmente da oltre cento anni. Ogni individuo che vi ha preso parte ha appreso questa tradizione dalle generazioni precedenti e a sua volta l’ha insegnata a quelle successive, creando così un legame duraturo tra passato e futuro.
Nel 2015, il motto-mo è stato ufficialmente designato come patrimonio folkloristico immateriale nazionale [重要無形文化財, jūyōmukei-minzoku-bukazai], per il suo significato nel contesto delle caratteristiche regionali e dello sviluppo dei riti associati al setsubun.
Quando si svolge il motto-mo?
Le cittadine di Teguma e Kakidomari celebrano il setsubun rispettivamente il 2 e il 3 di Febbraio.
I protagonisti del motto-mo
Durante il rituale, un gruppo di tre persone, composto dal toshi-otoko [年男, “ragazzo dell’anno”], dalla fuku-musume [福娘, la “ragazza della fortuna”] e dal motto-mo ji [モットモ爺, il “nonno Motto-mo“], si reca in visita nelle case della zona.
Il termine toshi-otoko [年男], che letteralmente significa “l’uomo dell’anno”, si riferisce a un individuo nato sotto lo stesso segno zodiacale (cinese) dell’anno in corso. In Giappone, il concetto di toshi-otoko si estende anche al capofamiglia maschile, responsabile della conduzione dei riti di fine anno.
La fuku-musume [福娘], nota come la “ragazza della fortuna”, è una figura comune nei santuari giapponesi, spesso selezionata annualmente per distribuire gli amuleti portafortuna. Durante il motto-mo, indossa un kimono e il volto è dipinto di bianco. A Teguma, la fuku-musume può essere interpretata da un uomo travestito da ragazza, aggiungendo un tocco unico alla tradizione locale.
Il motto-mo-ji [モットモ爺], letteralmente “nonno motto-mo“, si presenta con il volto dipinto di rosso e nero e indossa un copri abito chiamato shuro-mino [棕櫚蓑], fatto di foglie di palma di canapa intrecciate, un tempo utilizzato dai contadini della regione. Spesso, durante le celebrazioni, vengono anche indossate maschere per aggiungere ulteriore mistero e fascino alla tradizione.
Come si svolge il motto-mo?
La prima persona ad entrare in casa è il toshi-otoko, il quale sparge i mame mentre urla “Oni ha soto!” [鬼は外!], ossia “fuori i demoni”, seguito dalla fuku-musume che grida “Fuku ha uchi!” [福は内!], “dentro la fortuna”. Questo momento simbolico marca l’inizio delle festività e dei rituali del setsubun.
Infine, gridando motto-mooo! [モットモー!]”, il motto-mo ji fa il suo ingresso nella casa, battendo i piedi e picchiando il pavimento con un bastone, prendendo in braccio i bambini che piangono e si nascondono terrorizzati. Si crede che più i bambini piangono, più la famiglia sarà fortunata durante l’anno nuovo, mantenendo viva la tradizione e il folklore della festività del setsubun.
La pratica di picchiare energicamente il pavimento con i piedi e un bastone, creando un forte rumore, ha lo scopo di placare gli spiriti maligni. Questo gesto condivide il medesimo significato dello shiko [四股], il cerimoniale eseguito dai lottatori di sumō quando alzano le gambe in aria e colpiscono con forza il terreno, un atto che simboleggia la purificazione e la scacciata delle energie negative.
Quando i tre lasciano la casa, un accompagnatore dice “le divinità della fortuna sono venuti a trovarvi” e riceve un dono della famiglia.
Il futuro del motto-mo
Sebbene in passato eventi simili al motto-mo siano stati tramandati in tutte le cittadine della penisola di Nishisonogi [西彼杵半島, “Nishisonogi Hantō“, dove sorge anche Nagasaki], negli ultimi decenni molte di queste celebrazioni sono state abbandonate a causa della mancanza di persone disponibili ad impegnarsi nel preservare e portare avanti tali tradizioni. Tuttavia, c’è speranza che con il rinnovato e crescente interesse per il folklore locale, possa esserci un ritorno e una rinascita di questi rituali nel futuro.