
Le stampe giapponesi dette ukiyoe nacquero a Edo, la Tokyo di oggi, per cui è più che comprensibile che quasi sempre ritraggano quella città.

Una città strampalata, priva di traffico su ruote, di animali da soma, con ponti ad arco dovunque ci fosse dell’acqua. Beninteso, la tecnologia fondamentale dei ponti è l’arco anche in Europa, ma questo arco è completamente al di sotto del livello del suolo. In Giappone al contrario i ponti erano di solito costruiti del tutto al di fuori dell’acqua, rendendo necessarie mostruosità come quella che vedete qui sopra.

Questo ponte si trovava a Kameido più o meno nell’area vista nella fotografia. Il suo inizio è praticamente verticale e si vedono persone letteralmente arrampicarsi per passare dall’altra parte. Un simile ponte è impraticabile per un animale o un anziano. è un disastro per i trasporti, quindi, addirittura un ostacolo alla circolazione. Ponti come questo erano sicuramente la ragione per l’uso quasi esclusivo delle braccia umane per far andare avanti la città, con il buddismo come coadiuvante. L’uso degli animali per i trasporto era condannato dai sutra.
Ma a questo punto viene da domandarsi perché usare ponti simili. La risposta può essere una sola. Essi erano fatti di legno per poter resistere a terremoti. Ma l’essere fatti di legno li rendeva inadatti ad essere messi in acqua.

Non vedo altre ragioni che possono spiegare il mistero. È vero che sono molto belli e decorativi. Nella terza tavola, il ponte è in muratura, cosa che dimostra che la tecnologia non era sconosciuta. Era accettabile qui in un giardino, non un posto come Nihonbashi, il cui ponte vedete nell’ultima tavola.

La distanza fra le due rive, il flusso enorme e continuo di traffico, in questo caso occasionalmente anche animale, e l’altezza dei banchi del canale rendono impossibile un ponte del tutto fuori dell’acqua. Il ponte a Nihonbashi infatti è sostenuto da enormi tronchi, che sicuramente dovevano venire sostituiti spesso.